The man who knows no foreign language, knows nothing of his mother.

ENGLISH LANGUAGE (HISTORY)


SEMPLICE L’INGLESE?
Si dice: "L’inglese è una lingua semplice e s'impara facilmente". Quest'affermazione corrisponde al vero o è una leggenda metropolitana?

LA GRAMMATICA
Molti affermano che l'inglese è facile perché l’alfabeto è senza simboli particolari o accenti, il vocabolario di base è composto per la maggior parte da parole corte (run, work, big, go, man) e le parole lunghe sono spesso abbreviate (situational comedy = sitcom, refrigerator = fridge, operating system = OS), i sostantivi hanno un solo genere e il plurale si forma aggiungendo una “s” alla fine della parola (sono poche le eccezioni), la coniugazione dei verbi è facile da ricordare (I work, you work, they work...), gli aggettivi sono invariabili, ci si rivolge a tutti con il pronome “you” che significa “tu” ,“voi” o “lei”, mentre in altre lingue si usa un pronome diverso a seconda del rapporto che si ha con la persona con la quale si interagisce.

È davvero tutto così semplice? Certo che no!
L'inglese è ricco di verbi irregolari che si devono imparare separatamente. L'inglese è ricchissimo di espressioni idiomatiche (circa 3000). I tempi verbali abbondano.  Ci sono dei verbi (come "take" o "put") che con l'aggiunta di una preposizione diversa possono assumere centinaia di significati! L'ordine delle parole (soggetto, verbo, oggetto, luogo e tempo) nella frase è obbligatorio, se si cambia, il senso può essere completamente diverso.
Si potrebbe continuare, ma per non annoiare e strappare un sorriso ecco una filastrocca che dimostra quanto sia complicata la grammatica di questa lingua straordinaria.

We’ll begin with a box (scatola), and the plural is boxes,
Cominciamo con box che al plurale fa boxes,

But the plural of ox (bue) should be oxen, not oxes.
ma il plurale di ox è oxen non oxes.
Then one fowl is a goose (oca), but two are called geese,
Poi un volatile è goose, ma due sono dette geese,

Yet the plural of mouse (topo) should never be meese,
Eppure il plurale di mouse dovrebbe essere meese,
You may find a lone mouse or a whole nest of mice,

(perciò mouse dovrebbe fare al plurale meese e invece fa mice) tu puoi trovare un topo solitario o un intero nido di topi,
But the plural of house (casa) is houses, not hice.
ma il plurale di house è houses non hice.
If the plural of man is always called men,
Se man (uomo) al plurale fa men,
Why shouldn’t the plural of pan (padella) be called pen (penna)?
perchè il plurale di pan non dovrebbe essere pen?

The cow (mucca) in the plural may be cows or kine,
La mucca al plurale può essere cows o kine,
But a bow if repeated is never called bine,
ma un arco al plurale non è mai bine
And the plural of vow (voto) is vows, never vine.
e il plurale di vow è sempre vows mai vine.
If I speak of a foot (piede) and you show me your feet (piedi),
Se parlo del piede e voi mi indicate i vostri feet,
And I give you a boot (stivale) would a pair be called beet (barbabietola)?
perché il plurale di boot non dovrebbe essere beet?

If one is a tooth (dente), and a whole set are teeth,
Se uno è un dente, e tutta una serie sono i denti,
Why shouldn’t the plural of booth (cabina) be called beeth?
perché non dovrebbe il plurale di booth essere beeth?
If the singular’s this (questo) and the plural is these,
Se this è singolare e these è plurale,
Should the plural of kiss (bacio) ever be nicknamed keese?
il plurale di kiss non dovrebbe essere keese?
Then one may be that (che) and three would be those (quelli),
That al plurale diventa those

Yet hat (cappello) in the plural would never be hose (calze),
eppure hat al plurale non è mai hose,

And the plural of cat (gatto) is cats, not cose (glucosio).
e il plurale di cat è cats, non cose.
We speak of a brother (fratello), and also of brethren (confratelli),
Parliamo di un fratello, e anche di fratelli,

But though we say mother (madre), we never say methren,
ma se diciamo madre, non diciamo mai methren,
Then the masculine pronouns are he, his and him,
I pronomi maschili singolari sono he, his, him,
But imagine the feminine she, shis and shim,
ma il femminile she non è mai shis o shim.
So the English, I think, you all will agree,
Perciò l’Inglese, ne converrete,
Is the queerest language you ever did see.
è la lingua più strana che esiste.

L'ORTOGRAFIA
Scrivere in inglese è semplice? Ancora una volta la risposta è no!
L’ortografia è molto complicata e spesso illogica.
Perché ci sono così tante lettere mute, come la k in “knee” e in “knock”, oppure la h in “ghost”?
Anticamente la Gran Bretagna era abitata da popolazioni celtiche dotate di una lingua propria. I Celti erano costituiti da diverse tribù, tra cui i Gaeli, che si stabilirono in Scozia e i Britanni che si stabilirono nella maggior parte dell'isola.
I Romani invasero la Britannia nel 43 d.C. e vi rimasero fino al 410 d.C., ma lasciarono pochi segni dal punto di vista linguistico, il popolo continuò a parlare la propria lingua con qualche parola presa in prestito dal latino. Dopo il ritiro delle legioni romane, i britanni, minacciati da Pitti e Scotti (celti più bellicosi del nord e dell'ovest), chiamarono in aiuto i "Sassoni" della Germania del nord. Arrivarono quindi sulle sponde britanniche gli Angli, da cui deriva la parola English, i Sassoni  e gli Juti (dall'odierna Danimarca). Queste tribù finirono per rappresentare una minaccia ancora più grave per i britanni (a questo periodo fanno riferimento le leggende celtiche sulle gesta di re Artù), che furono costretti a ritirarsi in Galles e in Cornovaglia. Un gruppo emigrò sulla costa bretone della Francia, dove i loro discendenti parlano ancora la lingua celtica. Gli Anglo-sassoni popolarono le isole britanniche e diffusero la loro lingua (simile al moderno frisone parlato in Belgio) che costituisce la base dell’inglese di oggi. Curiosamente l'anglo-sassone sarebbe incomprensibile all'anglofono odierno, anche se circa metà dei vocaboli inglesi è di origine anglo-sassone. Per esempio la parola "lord" deriva dall'anglo-sassone "loaf ward" - "colui che custodisce il pane" - che poi è diventato "hlaford"  e infine "lord".
Inizialmente l'anglo-sassone fu solo una lingua parlata. Le prime testimonianze di anglo-sassone scritto (datate tra il 450 e il 480 dopo Cristo) si ritrovano sotto forma di iscrizioni in rune, un antico alfabeto germanico. 
L’alfabeto latino fu introdotto solo dopo l’arrivo del missionario cristiano Agostino di Canterbury, nel 597 d.C. Grazie agli scriptoria dei monasteri l'anglo-sassone cominciò a essere trascritto con la grafia latina, anche se simboli runici rimasero per indicare suoni particolari (per esempio þ per th e w). Questo passaggio permise a capolavori della letteratura anglosassone, come il poema epico Beowulf, di giungere fino a noi.
Dalla fine dell'ottavo secolo, e soprattutto nella seconda metà del nono (specie nel periodo 865-880), il paese subì le scorrerie di bande di Vichinghi (danesi e norvegesi) che alla fine si mescolarono agli inglesi e si convertirono al cristianesimo, non senza aver dato un loro contributo rilevante alla lingua. All’epoca il vocabolario dell’Old English (inglese antico) consisteva di una base anglo-sassone con termini presi in prestito dalle lingue danese e norvegese: sky, egg, cake, skin, leg, window (wind eye), husband, fellow, skill, anger, flat, odd, ugly, get, give, take, raise, call, die, they, their, them…) e dal latino: street (non è altro che strata = via spianata), kitchen, kettle, cup, cheese, wine, angel, bishop, martyr, candle.
Si crearono anche molte coppie di termini inglesi e norvegesi (anger/wrath, nay/no, fro/from, skill/craft, skin/hide…) dal significato identico o leggermente diverso.
Solo alcuni vocaboli delle originarie popolazioni celtiche sopravvissero, soprattutto nei nomi di luoghi e fiumi (Devon, Dover, Kent, Trent, Severn, Avon, Thames).
In quello stesso periodo, altri vichinghi si insediarono sulle coste della Francia e vennero chiamati "Normanni" (uomini del nord). Questi appresero la lingua e la cultura dei francesi, tanto che li possiamo considerare veri e propri rappresentanti della civiltà latina. 
Nel 1066 Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia, invase l’Inghilterra e ne divenne re. I Normanni fondarono uno stato feudale e bandirono la lingua anglo-sassone. Mentre il latino rimase la lingua della scienza e della cultura, il francese diventò la lingua dei nobili, ma il popolo continuò a esprimersi in anglo-sassone. Questa dicotomia è evidente nei vocaboli della lingua inglese moderna. Mentre tutto ciò che riguarda concetti astratti o intellettuali tende a essere di derivazione greco-latina, tramite il francese-normanno o direttamente dal latino medievale, le parole più semplici di ogni giorno, i nomi degli animali da cortile e i termini propri dei contadini sono di derivazione anglosassone. Finché l'animale sta nei campi ha un nome anglosassone, "cow" oppure "ox", "calf", "swine" o "pig", "sheep" (nel moderno tedesco "Kuh", "Ochs", "Kalb", "Schwein", "Schaf"), ma quando arriva sul piatto del signore, assume un nome francese, "beef", "veal", "pork", "mutton" (in francese moderno "bœuf", "veau", "porc", "mouton").
Le forme germaniche dei plurali (house, housen; shoe, shoen) furono rimpiazzate dal metodo francese di formare i plurali aggiungendo una s (house, houses; shoe, shoes). Solo alcune parole conservarono i loro plurali germanici: men, oxen, feet, teeth, children. Il francese influenzò anche lo spelling così che il suono della cw si scrisse come qu (cween divenne queen). E naturalmente si crearono coppie di parole dal significato simile: close/shut, annual/yearly, demand/ask, chambre/room.
Nel 1204 il re inglese Giovanni fu costretto a cedere la Normandia alla monarchia francese. I normanni d'Inghilterra, isolati dai loro cugini francesi, a poco a poco si fusero con i vinti anglosassoni. Anche il francese-normanno si andò gradualmente fondendo con la lingua dei vinti. Nacque così il Middle English (Medio Inglese), che, su un fondo in prevalenza anglosassone, accoglieva vocaboli di origine francese o latina.
Grazie a Geoffrey Chaucer (1345-1400) che scrisse in questa lingua le sue "Canterbury Tales", l'inglese cominciò ad acquisire un proprio status letterario.
Nel 1474 o 1475 William Caxton stampò il primo libro in lingua inglese a Bruges nelle Fiandre. Molti stampatori erano fiamminghi e utilizzarono l’ortografia olandese e per questo motivo, ad esempio, parole come “ghost”, “aghast”, “ghastly” e “gherkin” ancora oggi conservano la "h" muta (altre come “ghospel”, “ghossip” and “ghizzard” persero l’h olandese nel corso degli anni). Forse, se Caxton non avesse usato stampatori fiamminghi,  oggi avremmo un'ortografia inglese più logica.
Questo momento coincise con l'inizio di quello che fu il grande fenomeno di mutazione delle vocali inglesi, il Great Vowel Shift (Grande Slittamento delle Vocali). Nessuno ne conosce la causa ma Il risultato di tutto ciò fu che, mentre all'epoca di Caxton l'inglese fondamentalmente si leggeva come si scriveva, con le mutazioni successive la grafia rimase la stessa, mentre la pronuncia decisamente cambiò. 
Ad esempio, parole come “he”, “she”, “knee”, “name”, “fine” e “be” che venivano pronunciate com’erano scritte cambiarono,  la lettera "e" alla fine delle parole divenne silenziosa ecc.
Intanto migliaia di parole francesi, latine e greche stavano penetrando nella lingua inglese che non aveva parole adatte per descrivere i concetti che nascevano con il Rinascimento e i tentativi di dare uniformità alla lingua inglese crearono ancora maggior confusione.
Ad esempio, fu aggiunta una "b" alla parola “debt” per ricollegarla all’originale latino “debitum”. Fino allora, la parola inglese veniva scritta e pronunciata “dette”. Una "b" fu aggiunta anche a “doubt” (da “dubitare”). “Rime” divenne “rhyme” (dal greco “rhytmus”) e così via. Fu erroneamente aggiunta una "s" alla parola “island”, con la convinzione che il termine derivasse dal latino “insula”, mentre in realtà era una parola dell’antico Inglese. Furono attuati cambiamenti illogici in altre parole inglesi, come la combinazione ght di “night” e “light” estesa alle parole “delight” e tight”, ma non a “spite” e “ignite”…
Attorno al XVI secolo, come conseguenza all'introduzione di migliaia di nuovi termini, nacque il Modern English. L’inglese moderno è anche la lingua di William Shakespeare (1564-1616) che creò molte espressioni usate ancora oggi e centinaia di neologismi (accommodation, assassination, barefaced, countless, courtship, dislocate, dwindle, eventful, fancy-free, lack-lustre, laughable, premeditated, puppi-dogs, and submerged…). Molte di queste parole sono rimaste nella lingua inglese moderna, altre (appertainment, cadent, exsufflicate, persistive, protractive…) non ebbero successo.
Verso la metà del 1600 nelle colonie americane la lingua inglese era pronta ad acquisire vocaboli e dizioni proprie delle lingue dei nativi e degli immigrati dalle altre parti del mondo con le immancabili variazioni ortografiche e di pronuncia.
Nel corso del XVIII, con la diffusione dei primi giornali, si cominciarono a compilare le grammatiche che codificarono quasi definitivamente la lingua, anche se Noah Webster, soprannominato il padre dell'educazione e della scuola americana, nel suo primo dizionario del 1828, nel tentativo di eliminare alcuni segni dell’influenza francese sulla lingua inglese, elencò termini come “color”, “honor” e “favor” (parole che in Gran Bretagna si scrivono ancora con la "u").

LA PRONUNCIA
La pronuncia inglese è semplice? Ovviamente la risposta è negativa. Purtroppo per chi deve apprenderla, la lingua inglese presenta le maggiori problematiche nella pronuncia perché molte parole sono in conflitto con il principio in base secondo il quale a ogni suono deve corrispondere un segno specifico.
Perché la combinazione di lettere “ough” viene pronunciata in così tanti modi diversi (/oʊ/ come in “though”, /uː/ come in “through”, /ʌf/ in “rough”, /ɒf/ in “cough”, /ɔː/ in “thought”, /aʊ/ in “bough”, /ə/ in “thorough”)?
Perché la parola “bow” può avere due significati diversi, secondo il modo in cui è pronunciata?
Le ventisei lettere dell’alfabeto inglese devono rappresentare quarantacinque suoni, venti vocalici e venticinque consonantici, e simboleggiare parole di origine germanica, romanza, latina, greca ecc. Ciò ha creato molti problemi di adattamento che non sono stati risolti in modo omogeneo. Ad esempio il gruppo consonantico "ch" si pronuncia "s" nei francesismi non anglicizzati come "attaché" e "Chicago", si pronuncia "k" in parole di origine classica come "chaos" o "characteristic", si pronuncia "ts" in parole di origine francese anglicizzate come  "charter".
Parole appartenenti alla stessa "word family" che sono entrate nella lingua inglese in periodi  diversi,  hanno subito adattamenti diversi. Ad esempio "machine, machinery" contrapposte a "machination, machinate".

PERCHÉ ALLORA IMPARARE L’INGLESE?
Perché è una lingua internazionale che in un centinaio di paesi è usata come lingua ufficiale o semi-ufficiale. 
Perché è la lingua degli affari, la maggior parte delle transazioni commerciali e finanziarie è fatta nella lingua inglese.
Perché è la lingua della scienza, le più importanti riviste scientifiche sono pubblicate in inglese.
Perché è la lingua del lavoro e oggi è un requisito indispensabile per fare carriera in molti campi come turismo, banche, aviazione, media...
Perché è la lingua per viaggiare e consente di comunicare con persone di nazionalità diverse in moltissime destinazioni turistiche.
Perché è oggi la lingua della cultura, considerata la quantità di libri e giornali pubblicata ogni anno in inglese a cui si devono aggiungere i moltissimi film, le serie tv, i brani musicali.

Ecco allora alcuni consigli per imparare l'inglese
Ricordatevi che è meglio studiare per dieci minuti, sei giorni la settimana piuttosto che per sessanta minuti un giorno la settimana.
Potete studiare l’inglese in molti momenti, non solo alla scrivania con un libro.
Ricordatevi che la grammatica non è tutto. Non pensate che studiando un libro di grammatica migliorerete il vostro inglese. L’inglese non è una lingua basata sulla grammatica.
Imparate un po' di fonetica: individuate tutti i suoni dell’inglese che non esistono in italiano (spesso il nostro cervello non distingue tali suoni), esercitate il vostro apparato vocale a riprodurli, allenate il vostro orecchio (o piuttosto il vostro cervello) a distinguere questi nuovi suoni, a rendersi conto delle differenze di intonazione e del ritmo della lingua e ricordate che la pronuncia delle parole inglesi si deve apprendere caso per caso.
Ascoltate trasmissioni radiofoniche o televisive in inglese, ma non ascoltate in modo passivo, riscrivete alcune parole o frasi che potranno essere utili nel futuro.
Guardate i film in lingua originale con sottotitoli in inglese, il doppiaggio è uno dei nemici di chi vuole migliorare la propria pronuncia.
Ripetete ad alta voce i suoni ascoltati e parlate con altre persone, possibilmente madrelingua.
Registratevi, con il computer o il telefono, mentre leggete o parlate e confrontate la vostra pronuncia con quella originale.
Scandite bene tutte le parole parlando in modo lento, soprattutto all’inizio.
Divertitevi a studiare l’inglese. Se vi piace chattare o cantare, fatelo in inglese!
Non dovete avere paura di fare errori. Sbagliando s'impara.

CONCLUSIONE
L’inglese non è una lingua facile! La comunicazione di base è probabilmente più semplice nella lingua inglese che in qualsiasi altra lingua del mondo. Diventa un po' più complicata a livelli più elevati, mentre è possibile esprimersi in un inglese elegante e completo solo dopo anni di studio e lunghi soggiorni in UK.
In bocca al lupo!
P.S. - Non traducete "In the mouth of the wolf!!" che in inglese non ha alcun senso. L'equivalente espressione anglosassone è "Break a leg!" (rompiti una gamba) cui si risponde semplicemente annuendo o alzando il pollice. 






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